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L'impegno italiano nella lotta al cambiamento climatico: il caso della laguna di Venezia


L'Italia, come altri Stati europei, si è impegnata a diventare neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050, secondo gli ultimi patti europei. Questo articolo analizzerà la situazione delle emissioni di gas serra in Italia, in particolare negli anni 2021 e 2022, e il discorso che Giorgia Meloni ha fatto alla COP27 sull'impegno italiano nella lotta al cambiamento climatico. Ci soffermeremo poi sull'importanza dei cambiamenti climatici nella laguna di Venezia, dove l'aria è una delle più inquinate d'Italia, soprattutto a causa degli impianti industriali di Marghera.


Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha partecipato alla COP27, la conferenza internazionale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. La conferenza si è svolta lo scorso novembre, dal 6 al 20 novembre 2022 a Sharm el-Sheikh, in Egitto. Dopo la COP26 a Glasgow nel 2021, la COP27 è stata l'occasione per i leader mondiali di riunirsi per affrontare una minaccia sempre più pericolosa. Giorgia Meloni ha sottolineato l'impegno dell'Italia nella lotta al cambiamento climatico: l'Italia svilupperà una strategia di diversificazione energetica, in collaborazione con i Paesi africani, con i quali ha rafforzato la cooperazione in materia di sicurezza energetica, formazione dei giovani ed energie rinnovabili. L'Italia, in linea con gli standard europei, intende ridurre le proprie emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 e mira a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Inoltre, con gli obiettivi del piano europeo "REPowerEU", l'Italia ha anche rafforzato la propria capacità di installare energie rinnovabili. Con il progetto "Youth4Climate", i giovani sono stati coinvolti nel processo decisionale sui cambiamenti climatici. Anche i finanziamenti per il clima sono stati aumentati in modo significativo: l'impegno è stato triplicato a 1,4 miliardi di dollari per i prossimi 5 anni, di cui 840 milioni di euro attraverso il nuovo "Fondo italiano per il clima".


Italy For Climate (I4C) è un'organizzazione promossa da aziende e associazioni che hanno preso a cuore la causa del clima in Italia. Ogni anno produce l'Italy Climate Report, un documento che fa il punto sui progressi dell'Italia verso gli obiettivi climatici. Vengono inoltre analizzate le tendenze, le performance e le eventuali lacune. Gli elementi che emergono non sono del tutto rassicuranti: entro il 2030, dovremmo ridurre di 200 milioni le emissioni di gas serra. Si tratta del doppio di quanto è stato fatto negli ultimi trent'anni. Il tutto in meno di un decennio. Purtroppo, negli ultimi anni, il processo di decarbonizzazione in Italia non ha subito un'accelerazione, ma un rallentamento. Tra il 2014 e il 2019, le emissioni di gas serra sono state ridotte di appena 10 milioni di tonnellate. Solo 2 milioni all'anno, quando sarebbe stato necessario raggiungerne 20 milioni all'anno. Nel 2020, l'anno della pandemia, si è registrata una riduzione di 35 milioni di tonnellate di gas serra. Si è trattato di un caso eccezionale: nel 2021 si è registrata una crescita di 23 milioni. Nel 2020, il consumo di energia è aumentato del 9% rispetto al 1990. Entro il 2030, si dovrebbe registrare una riduzione di circa il 15%. Tuttavia, c'è stata una forte diminuzione dei prodotti petroliferi e del carbone a favore della crescita delle energie rinnovabili. L'incentivo fiscale "Super Bonus 110%", proposto dall'ex primo ministro Mario Draghi, ha favorito notevolmente la diffusione dei pannelli fotovoltaici e la sostituzione delle vecchie caldaie con caldaie ibride. Entro il 2030, la quota di fonti rinnovabili dovrebbe raddoppiare. In Italia, il settore industriale è il principale responsabile delle emissioni di gas serra, contribuendo al 37% del totale nazionale. Gli edifici residenziali, pubblici e commerciali sono il primo settore per consumo energetico e il secondo per emissioni. I trasporti sono il terzo settore per emissioni di gas serra, con un contributo del 26%. Il settore dei trasporti è l'unico che non ha ridotto le proprie emissioni.


La lotta ai cambiamenti climatici è un tema particolarmente importante e prioritario per la laguna di Venezia. Sarebbe bello poter dire che l'aria di Venezia è una delle più respirabili che abbiamo in Italia, ma i dati parlano chiaro e ci dicono il contrario. Secondo l'ultimo rapporto annuale dell'ARPAV (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente del Veneto) sul monitoraggio della qualità dell'aria nel comune di Venezia, le polveri inalabili e le polveri sottili rimangono elementi di criticità, soprattutto per l'elevato numero di superamenti del valore limite giornaliero. I risultati presentati mostrano che nel 2021, come negli anni precedenti, i problemi principali sono stati il diffuso superamento del valore limite giornaliero per le polveri sottili e il diffuso superamento dell'obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana per l'ozono. Per il resto, il valore limite annuale per le stesse polveri non è stato superato in nessuna stazione della rete. Un miglioramento negli ultimi due anni è molto probabilmente dovuto all'introduzione di limitazioni del traffico legate all'emergenza COVID-19. Molto più allarmante è il fatto che il Veneto sia la quarta regione in Europa in termini di rischio di danni da maltempo. Questo secondo uno studio della società australiana Xdi che, sulla base dei dati dell'istituto Onu Ipcc, ha stilato una classifica dei territori a maggior rischio climatico nel mondo e in Europa.


La criticità dello scenario in cui Venezia è coinvolta, lungi dall'essere un deterrente nella lotta ai cambiamenti climatici, non fa che ispirare un senso di rivalsa e un desiderio di transizione verso un futuro più "verde". In una relazione della Camera dei Deputati dello scorso settembre sui cambiamenti climatici, si trattava di autorizzare l'emissione di 500.000 euro a partire dall'anno 2020 per il funzionamento di un centro internazionale di studio e ricerca sui cambiamenti climatici (punti da 119 a 122). Ebbene, da qualche anno a Venezia esiste il più grande centro di ricerca accademico sui cambiamenti climatici in Italia. Come suggerisce il nome, CMCC@Ca'Foscari è il risultato di una partnership strategica tra l'Università Ca' Foscari Venezia e la Fondazione CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici). Riunisce i gruppi di ricerca del CMCC e quelli presenti a Ca' Foscari nel Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica, Statistica ed Economia. All'interno di questo centro, ad esempio, vengono sviluppate analisi a supporto della Commissione Europea per la gestione dei rischi derivanti da disastri naturali ed eventi estremi. Un'altra area di lavoro decisamente innovativa è quella della finanza climatica, ovvero l'ambito dei trasferimenti finanziari per l'implementazione di misure di adattamento ai cambiamenti climatici e degli investimenti in progetti, infrastrutture, tecnologie e iniziative volte all'eliminazione delle emissioni di gas serra.


Dall'efficienza energetica alle fonti rinnovabili, queste iniziative sono un'arma importante nella lotta ai cambiamenti climatici per la salvaguardia della laguna di Venezia. Uno degli esempi più interessanti è quello delle "foreste liquide", studiate e progettate dall'innovativo laboratorio GPLab-Green Propulsion. Nato tre anni fa a Fusina per dare vita a interventi di efficienza energetica alternativa e all'utilizzo di fonti di energia rinnovabili, è il risultato di un accordo siglato dalla società Veritas e dall'azienda Verallia. Questo ambizioso progetto ha dato il via alla sperimentazione concreta della cattura della CO2 dai fumi industriali di Porto Marghera e della sua riconversione in metano per la produzione di vetro cavo, materiale che Verallia utilizza per la produzione di vasi e bottiglie ad uso alimentare. Questo grazie al prezioso ruolo delle masse microalgali che assorbono grandi quantità di anidride carbonica, emettono O2 e producono cellule che possono essere utilizzate per produrre biocarburanti e fertilizzanti. La sperimentazione in laboratorio è partita con l'ambizioso obiettivo del 2050 ed è in linea con l'Accordo di Parigi, che mira a eliminare completamente le emissioni di gas serra entro quella data. In questo senso, l'Italia ha già pubblicato nel 2020 il "Piano nazionale integrato per l'energia e il clima 2030", composto da cinque linee d'azione volte a contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici attraverso tecnologie avanzate come, ad esempio, la decarbonizzazione delle emissioni industriali. L'obiettivo è quello di ridurre le emissioni di CO2 del 46% entro il 2030 e di raggiungere la carbon neutrality entro il 2050.


Un altro passo avanti in questa lotta è rappresentato dallo sviluppo del progetto "Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità", un piano di interventi funzionali allo sviluppo sostenibile del territorio, con Venezia come punto centrale. L'iniziativa, promossa nel 2021, vede al fianco della Regione il Comune di Venezia e l'Università di Ca' Foscari, che dal 2010 si è impegnata a ridurre la propria impronta di carbonio. Tra le principali linee di intervento vi sono la transizione energetica e la sostenibilità ambientale, che prevedono interventi come la creazione di un Cluster dell'idrogeno, la decarbonizzazione e la circolarità, la promozione di VeniSIA (Venice enterpreneurial international Sustainability Innovation Accelerator) come centro di innovazione e accelerazione sui temi della sostenibilità, la promozione di Venezia come sede di fondazioni e centri di ricerca sulla sostenibilità, il rafforzamento della formazione universitaria e post-universitaria sulla sostenibilità e la candidatura della città a ospitare un evento annuale sul tema della sostenibilità. L'idea di sviluppo contenuta in queste linee di intervento è coerente non solo con la "Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile", ma anche con il "Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza" che consentirà di utilizzare le risorse finanziarie del Fondo UE di prossima generazione per la ripresa post-pandemia.


In conclusione, l'Italia è ancora lontana dal raggiungere questo obiettivo e difficilmente lo raggiungerà prima del 2030. Tuttavia, ci vorranno impegno e duro lavoro per mitigare le conseguenze causate dalla crisi climatica. Esempi di resilienza come quello della laguna di Venezia dovrebbero essere presi a modello, in modo che le buone pratiche adottate a livello locale possano essere estese a livello nazionale. Abbiamo visto come un problema globale possa essere affrontato con risorse locali e specifiche per l'ecosistema. Non capita tutti i giorni di rendersi conto che il gas serra più responsabile del cambiamento climatico può essere catturato. Questo ci fa capire come anche le soluzioni a problemi ambientali molto importanti ma specifici, come la trasformazione e il riutilizzo dell'anidride carbonica, possano aiutarci ad avvicinarci all'obiettivo. Si tratta di questioni che richiedono un'attenzione particolare da parte del nostro Paese e che ci impongono di far parte di una comunità scientifica globale, nella quale possiamo contribuire a una migliore comprensione dei problemi del futuro e fornire le conoscenze scientifiche necessarie per affrontarli. Così facendo, possiamo ridurre la distanza che ci separa dai Paesi che hanno raggiunto il più alto livello di sostenibilità nella classifica europea.




Fonti:

  • https://www.governo.it/it/articolo/intervento-del-presidente-meloni-al-vertice-dei-capi-di-stato-e-di-governo-cop27/20927

  • https://www.camera.it/temiap/documentazione/temi/pdf/1104844.pdf

  • https://www.infobuildenergia.it/riduzione-emissioni-al-2030-italia-lontana-centodieci-milioni-di-tonnellate-co2/

  • https://italyforclimate.org/wp-content/uploads/I4C-Roadmap-2030-per-la-neutralita%CC%80-climatica-dellItalia-2021.pdf

  • https://www.comune.venezia.it/sites/comune.venezia.it/files/documenti/schede_RQA21_rev3.pdf

  • https://xdi.systems/xdi-benchmark-gdcr/

  • https://www.camera.it/temiap/documentazione/temi/pdf/1104844.pdf

  • https://www.metropolitano.it/dalla-cattura-di-co2-alla-produzione-del-vetro-una-sperimentazione-avanguardia-a-venezia/

  • https://www.unive.it/pag/14024/?tx_news_pi1%5Bnews%5D=4854&tx_news_pi1%5Bcontroller%5D=News&tx_news_pi1%5Baction%5D=detail&cHash=d297056a10d2226c7e45283ddf641c2a

  • https://unive.it/pag/14024/?tx_news_pi1%5Bnews%5D=7518&cHash=a2a0ba482620df53a9ec3081a191b106

  • Image: Getty Images



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