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Divieto UE di produzione di veicoli con motore a combustione

Dal 2035 l'UE vieterà la produzione di veicoli con motore a combustione, un "passo fondamentale" per limitare le emissioni di CO2.


Una delle cause principali del cambiamento climatico è l'emissione di gas a effetto serra. Secondo la definizione data dall'Istituto Nazionale Francese di Statistica e Studi Economici, i gas serra sono "gas di origine naturale (vapore acqueo) o antropica (legati alle attività umane) che assorbono e riemettono parte dei raggi solari (radiazione infrarossa), fenomeni che causano l'effetto serra". Dopo Cina e Stati Uniti, l'Unione Europea è considerata il terzo produttore mondiale di gas serra. In Europa, questa situazione ha avuto effetti devastanti sull'ambiente e può rappresentare un pericolo per la salute umana (Parlamento europeo, 2022). Tra i principali gas serra c'è l'anidride carbonica (CO2), prodotta dall'attività umana. Infatti, come mostra il grafico, i dati recenti indicano un aumento della produzione di gas nocivi nel settore dei trasporti (Parlamento europeo, 2023).

Queste nuove tendenze hanno infatti spinto l'Unione Europea a fissare nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2030 (Parlamento Europeo, 2023). Per questo motivo, a partire dal 2030, non ci saranno più nuove autovetture e veicoli commerciali leggeri con motori a combustione interna (veicoli a benzina e diesel), né motori ibridi (benzina-elettrico), perché ci sarà uno spostamento della produzione verso veicoli 100% elettrici (Le Figaro, 2023). Questa iniziativa è stata inizialmente proposta dalla Commissione europea nel 2021. Durante i negoziati tra il Parlamento europeo e il Consiglio dell'Unione europea nell'ottobre 2022, è stato raggiunto un accordo su questo regolamento proposto dalla Commissione europea (TF1 Info, 2023). Infine, secondo le procedure istituzionali europee, il testo della legge dovrà essere formalmente approvato dal Consiglio dell'Unione Europea per entrare in vigore. Questa decisione, approvata dagli eurodeputati con 340 voti a favore, rappresenta un momento importante per l'Unione Europea, un vero e proprio punto di svolta, come affermato anche dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, che definisce questo momento come una "tappa fondamentale" (Le Monde, 2023). La stessa Karima Delli, presidente della Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento europeo dal 2019, definisce questa decisione come un "accordo storico, che riconcilia l'automobile e il clima, due fratelli nemici" (Le Figaro, 2023). Questa iniziativa fa infatti parte del pacchetto "Fit for 55", un insieme di proposte volte a rinnovare la legislazione dell'Unione europea per allinearla alle proposte ambientali del Consiglio e del Parlamento europeo. (Consiglio dell'Unione europea, 2023).


Tuttavia, ci si chiede quale sia la reale efficienza di questi veicoli innovativi e la loro capacità di rappresentare una valida alternativa ecologica alle auto tradizionali. Diversi fattori, come la produzione, lo smaltimento e l'utilizzo di particolari fonti energetiche, potrebbero rendere l'auto elettrica non necessariamente più ecologica di un'auto con motore a combustione. Tuttavia, le auto elettriche rappresentano al momento l'alternativa più ecologica (Parlamento europeo, 2023). Non sorprende che, concentrandosi sul quadro politico francese, si trovino opinioni contraddittorie sugli obiettivi ecologici approvati dal Parlamento europeo.

Emmanuel Macron scrive in un tweet: "Porre fine alla vendita di nuovi veicoli con motori a combustione nel 2035: questo è uno degli impegni che ho preso, in linea con i nostri obiettivi climatici. Il Parlamento europeo ha appena approvato questo passaggio. La nostra Europa è all'avanguardia!".

Tuttavia, contrariamente all'ovvio entusiasmo del Presidente francese, ci sono anche diversi pareri negativi sulla decisione del Parlamento europeo. Il partito politico francese che più si è opposto all'accordo è il Partito Popolare Europeo (PPE), che rappresenta il partito più grande e consolidato del Parlamento europeo. Il PPE, partito di centro-destra, non ha esitato a commentare l'accordo. Il PPE rifiuta infatti una riduzione del 100% delle emissioni di CO2 entro la data stabilita, proponendo di portare l'obiettivo al 90% entro il 2030. Secondo il PPE, questa variazione percentuale è volta a proteggere i lavoratori del settore automobilistico (circa 13 milioni di lavoratori), temendo una grave crisi in questo ambito lavorativo. Alcuni membri del PPE hanno reagito duramente sui social media.

A questo proposito, François Xavier Bellamy, deputato al Parlamento europeo dal 2019, ha espresso la sua opinione in modo duro con un tweet già nel luglio 2022, in cui scriveva: "Al Parlamento europeo, la sinistra e gli ecologisti stanno sconfiggendo la carbon tax alle frontiere dell'Europa, perché abbiamo ottenuto uno scenario che preserva i posti di lavoro europei. Rivelazione: il loro obiettivo non è salvare il clima, ma affossare la nostra industria" (Public Senat, 2022).

A fronte di queste illazioni, sostenute soprattutto dal partito politico del PPE, il vicepresidente della Commissione europea per il Clima e il Green Deal europeo Frans Timmermans ha definito questa fase di transizione come una vera e propria "rivoluzione industriale". Più precisamente, Timmermans incoraggia un impegno attivo e uniforme da parte di tutti i settori che contribuiscono al settore dei trasporti. In questo modo, la transizione verso una maggiore produzione di energia verde sarà più efficiente e raggiungerà buoni risultati nei tempi stabiliti. Questo accordo è quindi necessario per raggiungere gli obiettivi a cui aspirano le città, le persone e, soprattutto, il nostro clima. In generale, il settore dei trasporti è pronto a raccogliere questa sfida, necessaria per trovare soluzioni alla minaccia climatica. A tal fine, l'industria dei trasporti chiede la creazione di condizioni adeguate a livello europeo per la realizzazione di questo progetto. Inoltre, Timmermans ha fatto un passo avanti, anticipando la produzione di veicoli pesanti ecologici a idrogeno ed elettrici. Sebbene si tratti di una sfida importante per l'industria, diverse case automobilistiche e di veicoli pesanti, come Volvo, stanno progettando di produrre celle a combustibile a idrogeno per i veicoli pesanti entro il 2025 (Le Figaro, 2023). Tuttavia, si tratta ancora di una questione che verrà negoziata tra gli Stati membri dell'UE e i parlamentari europei nel prossimo futuro.


In conclusione, l'accordo approvato ufficialmente dal Parlamento europeo sul divieto di produzione di automobili con motore a combustione a partire dal 2035 simboleggia chiaramente una svolta nel quadro politico europeo. L'obiettivo di riduzione della CO2 pone l'intera Unione Europea di fronte alle sfide necessarie per affrontare l'emergenza ambientale che minaccia il mondo intero. Per ottenere risultati ambientali concreti, l'UE e i suoi Stati membri devono dimostrare di essere in grado di creare le condizioni per raggiungere gli obiettivi fissati dall'accordo raggiunto nel febbraio 2023. Sebbene le opinioni divergano sulle misure adottate per questa nuova strategia, l'accordo è un segnale forte dell'impegno europeo per una transizione verde per la protezione dell'ambiente.



Fonti

Consiglio dell'Unione europea, 2023 https://www.consilium.europa.eu/fr/policies/green-deal/fit-for-55-the-eu-plan-for-a-green-transition/

Istituto Nazionale di Statistica e Studi Economici, 2021 https://www.insee.fr/fr/metadonnees/definition/c1855

● Le Monde, 27 ottobre 2022

Parlamento europeo, 2022

Parlamento europeo, 2023

Senato pubblico, 9 giugno 2022 https://www.publicsenat.fr/article/parlementaire/rejet-du-marche-carbone-par-les-eurodeputes-qui-a-vote-quoi-et-pourquoi-212891


*Immagine copertina - Getty Images

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