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17 ottobre: condividere per eliminare ogni forma di povertà

Aggiornamento: 22 nov 2021



Nel 1992 l’ONU ha istituito la giornata internazionale per l'eliminazione della povertà, creando un’occasione per educare la popolazione ed incentivare le forze politiche ad affrontare un problema globale.


Negli ultimi trent’anni questa sfida è stata messa duramente alla prova da guerre, carestie e non per ultima dalla pandemia che ha accentuato il divario fra ricchi e poveri, come già nel 2018 sottolineava il World Inequality Report. Proprio su questo gap si concentra l’analisi di Forbes, parlando di un anno senza precedenti che ha visto l’emergere di un miliardario ogni 17 ore. Tuttavia, se da un lato può essere impressionante leggere di quasi 500 persone divenute miliardarie nel 2020, dall’altro non si può non interrogarsi sulle cause e sulle conseguenze che avrà un tale innalzamento della disparità di ricchezza.


Un fenomeno multidimensionale


Una chiave di lettura è fornita dal Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite che individua una molteplicità di fattori alla base dell’aumento della disuguaglianza di reddito e ricchezza. Fra questi il blocco degli stipendi e la diminuzione della quota del reddito da lavoro, il progressivo abbassamento dello stato di benessere nei Paesi sviluppati e l’inadeguata previdenza sociale nei Paesi in via di sviluppo. Appare dunque chiaro che parlare di povertà significa considerare non solo le condizioni economiche di una persona, bensì ogni privazione che le impedisce di beneficiare dei suoi diritti e perpetua il suo stato di bisogno.


L’obiettivo del 2030 è ancora lontano


L’obiettivo dell’Agenda 2030 è sicuramente tra i più ambiziosi e il cammino, iniziato nel 2000 con la Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite, è ancora lungo. Le parole di António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, sono chiare: “i nuovi, tragici dati” indicano che siamo "estremamente fuori strada" nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs). Un punto di ripresa può tuttavia essere considerato il Vertice Globale sui Sistemi Alimentari tenutosi il 23 settembre scorso. Esso è stato capace di raccogliere l’impegno dei capi di stato e di governo per far progredire l’agenda, nonché l’energia di migliaia di giovani, produttori alimentari, ricercatori e agenzie dell’ONU.


Il rischio di un circolo vizioso


Sradicare la povertà prevede dunque attuare una serie di interventi a livello nazionale ed internazionale investendo in sistemi di protezione sociale, servizi e posti di lavoro. L’aumento della produttività agricola è un altro punto cruciale per garantire la food security, intesa come disponibilità di adeguate scorte alimentari a livello mondiale. Tuttavia, come ben evidenzia Guterres, essa costituisce una lama a doppio taglio nella lotta contro il cambiamento climatico. Il nostro sistema alimentare genera infatti un terzo delle emissioni mondiali di gas serra e pertanto la sua gestione rappresenta essa stessa un ostacolo da superare per non innescare un circolo vizioso.


Emblematico è infine il sostegno del Consiglio d’Europa per l’eliminazione di ogni forma di povertà tra cui il diverso accesso al sistema educativo, sanitario e giudiziario. Rafforzare l'inclusione sociale e combattere al contempo l'esclusione sono infatti elementi chiave per prevenire l’insorgere di nuovi conflitti e l’aumento della violenza.


Sradicare la povertà è dunque un processo intrinsecamente complesso, ma la consapevolezza di tale complessità è alla base del processo stesso: leggere, informarsi, condividere rappresentano il punto di partenza per maturare idee e soluzioni. Perché se oggi siamo ancora molto lontani dall’Obiettivo del 2030, domani abbiamo il dovere di arrivare un po’ più vicino.







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