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La direttiva comunitaria sulla Corporate Due Diligence per la tutela dei diritti umani

Il 23 Febbraio è la data in cui la Commissione Europea dovrebbe pubblicare la propria proposta per una direttiva concernente la corporate due diligence in materia di diritti umani. Tale proposta, attesa già nel 2021 e posticipata al 2022, dovrà essere poi discussa e approvata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio dell’UE. Di che cosa si tratta?


Cosa si intende per Corporate Due Diligence


Con due diligence si intende, letteralmente, “dovuta diligenza” e ci si riferisce all’attività di investigazione e approfondimento di informazioni al fine di identificare eventuali rischi o problemi connessi all’attività d’impresa. In relazione ai diritti umani la dovuta diligenza andrebbe esercitata, quindi, per identificare, prevenire, mitigare e risarcire la violazione dei diritti umani come, ad esempio, i diritti dei lavoratori.


Il principio numero 17 dei Principi Guida dell’ONU sulle imprese e i diritti umani, richiedendo l’esercizio della dovuta diligenza, include al suo interno “la valutazione dell’impatto effettivo e di quello potenziale sui diritti umani, l’integrazione dei risultati di tale valutazione, le misure da adottare in conseguenza, il monitoraggio delle risposte, e la comunicazione circa le modalità con cui siffatti impatti sono stati affrontati”.


Perché c’è bisogno di una direttiva europea


La necessità di una normativa che regoli l’attività di impresa è risultata ancora più evidente a seguito di due tragedie susseguitesi sette mesi l’una dall’altra. Nel 2012 in Pakistan, a Karachi, un incendio in uno stabilimento causò intorno alle 250 morti. Nel 2013 in Bangladesh, il collasso del Rana Plaza causò intorno alle 1134 morti.


Le vittime erano lavoratori nell’industria dell’abbigliamento e sono morte a causa del mancato rispetto di determinati standard per la tutela dei lavoratori, e ciò, nonostante fossero state ottenute anche delle certificazioni. Infatti, le attività di auditing, attività di controllo esercitate da imprese esterne, anch’esse multinazionali, e le relative certificazioni si sono rivelate inefficaci e insufficienti per garantire il rispetto di determinati standard. Alcuni dei brand per cui queste persone lavoravano sono Benetton, Primark e Walmart.


A seguito di queste tragedie, alcuni governi hanno iniziato a adottare delle leggi che impongono obblighi di diversa natura alle imprese: dall’obbligo di trasparenza, all’obbligo di agire. Un esempio è la legge francese sul dovere di vigilanza del 2017.


Una direttiva a livello europeo comporterebbe una maggiore uniformazione. Infatti, le normative degli Stati europei sono eterogenee nel contenuto e nei destinatari: impongono obblighi di diversa natura in settori diversi e a imprese di diversa grandezza, e non tutte prendono in considerazione l’intera catena di valore.

Rahul Talukder, COLLAPSE OF RANA PLAZA, 25 aprile 2013

Cosa si richiede


Con la risoluzione del 10 Marzo 2021 il Parlamento Europeo ha sottolineato la necessità di una normativa europea, ritenendo che “l'Unione dovrebbe adottare con urgenza requisiti vincolanti affinché le imprese individuino, valutino, prevengano, facciano cessare, attenuino, monitorino, comunichino, contabilizzino, affrontino e correggano gli impatti negativi potenziali e/o effettivi sui diritti umani, sull'ambiente e sulla buona governance nella loro catena del valore”.


Ciò che si richiede è che la direttiva preveda obblighi relativi al monitoraggio dell’intera catena di valore, quindi di fornitori, subappaltatori e imprese partecipate. Inoltre, si richiede che la portata sia il più ampia possibile, ossia che gli obblighi si impongano non solo alle grandi imprese, ma almeno anche a quelle di piccole e medie dimensioni ad alto rischio, incluse quelle non europee che operano nel mercato interno. Unitamente si richiede che alle imprese sia imposto di dare prova del rispetto dell’obbligo di dovuta diligenza in modo trasparente.


Elemento di fondamentale importanza è anche l’inclusione di meccanismi effettivi ed efficaci del trattamento di reclami a livello aziendale e settoriale con relativo monitoraggio da parte di autorità indipendenti.


Cosa puoi fare tu


Già da ora, ma soprattutto quando inizierà il dibattito a seguito della pubblicazione della proposta, possiamo seguire e sostenere quelle organizzazioni che si stanno impegnando in una campagna di advocacy al fine di ottenere una normativa che tuteli il più efficacemente possibile i diritti umani. Puoi, per esempio, firmare l’appello di Impresa 2030 – Diamoci una regolata e seguire e sostenere il Fair Trade Advocacy Office.







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