top of page

L'ECOWAS UNITA PER AFFRONTARE LA SFIDA DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO



Oggi l'impatto del cambiamento climatico si fa sentire sempre più forte in tutti i continenti. Questo fenomeno, ormai di primaria importanza, richiede soluzioni coordinate e immediate. Proprio per questo, i 15 Paesi dell'ECOWAS, la Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale, hanno elaborato una strategia regionale contro il riscaldamento globale e hanno firmato l'Accordo sul clima di Parigi. L'obiettivo è adottare una strategia comune entro il 2030 che possa consolidare la cooperazione per contrastare gli effetti del riscaldamento globale. Tuttavia, per garantire il raggiungimento degli obiettivi, è necessario inquadrare il caso in questione, valutando la situazione attuale e i rischi associati alla continua mancanza di azione, tenendo conto anche del fattore finanziario, che è un fattore determinante.


Gli effetti negativi del riscaldamento globale

Il cambiamento climatico sta colpendo in modo considerevole i Paesi africani, un fenomeno che si sta accentuando. In particolare, l'Africa occidentale è molto esposta:

● degrado ed erosione costiera (ad esempio in Benin e Togo);

● aumento delle precipitazioni e delle inondazioni (ad esempio in Costa d'Avorio);

● temperature estreme e siccità (ad esempio in Senegal).


Come evidenziato dalle Nazioni Unite, l'impatto dei cambiamenti climatici in Africa si ripercuote anche sui settori della sicurezza alimentare e della salute, come si può notare dalle difficoltà di approvvigionamento idrico e di sviluppo agricolo. Inoltre, questo aggrava il problema degli sfollati, costretti a migrare verso l'interno.

La necessità di agire sta diventando urgente e come ha detto Sekou Sangare, commissario dell'ECOWAS per l'agricoltura, l'ambiente e le risorse idriche: «È importante che ci svegliamo perché il nostro ambiente viene distrutto. Se perdiamo le nostre foreste e la nostra terra, allora migreremo tutti. Ecco perché dobbiamo proteggere l'ambiente


Da un lato, il piano dell'ECOWAS...

Per evitare la distruzione ambientale di cui ha parlato Sekou Sangar, l'ECOWAS ha pianificato una strategia di politica regionale compatibile con il suddetto Accordo di Parigi.

Entro il 2030, l'ECOWAS vuole raggiungere il 48% di energie rinnovabili. Questo obiettivo sarà perseguito attraverso:

● una solida valutazione dell'impatto dei cambiamenti climatici;

● la formazione di 10 milioni di agricoltori a pratiche di intelligenza climatica;

● l'aumento della capacità di energia rinnovabile da 28 a 38 gigawatt;

● rafforzare il sistema di stoccaggio condiviso dei cereali per far fronte alle ricorrenti siccità e crisi alimentari;

● sostegno ai Paesi membri per la conservazione delle foreste e dello stock di carbonio.


...d'altra parte l'ulteriore sfida dei fondi

Per realizzare il piano di cambiamento climatico, è tuttavia necessario anche definire chiaramente le risorse e le competenze tecniche disponibili, e soprattutto il budget. A questo proposito, tutti i Paesi dell'ECOWAS hanno definito i propri obiettivi di riduzione delle emissioni e valutato le proprie esigenze finanziarie.

I finanziamenti internazionali svolgono un ruolo fondamentale nel garantire che i Paesi possano raggiungere traiettorie di sviluppo sostenibile. In effetti, per i governi con capacità tecniche limitate, l'accesso ai fondi è complicato. Ecco perché l'impegno a livello regionale può essere utile per superare questa difficoltà.

Sono arrivati aiuti anche dall'Unione Europea, che vuole sostenere e facilitare l'attuazione della strategia dell'ECOWAS. A tal fine, l'Unione Europea e l'ECOWAS hanno stanziato 278 miliardi di euro da investire a questo scopo.


Un focus sulla Costa d'Avorio

La Costa d'Avorio è uno dei Paesi dell'ECOWAS che riflette il modo in cui il cambiamento climatico sta influenzando ogni Paese. Infatti, i cittadini della Costa d'Avorio sperimentano quotidianamente l'impatto negativo che questo fenomeno ha sull'ambiente, in particolare l'aumento delle temperature, le forti piogge e le inondazioni. A livello sociale, devono affrontare anche l'insicurezza alimentare e varie malattie.

L'interdipendenza tra i rischi legati al clima e le (in)azioni umane è ormai allarmante, per cui è necessario mettere in discussione la conoscenza che i cittadini hanno del fenomeno in questione. La ricerca mostra che "quasi sei ivoriani su 10 (58%) affermano di aver sentito parlare di cambiamenti climatici nel 2019, con un aumento di 4 punti percentuali rispetto al 2017". È stato anche osservato che "più i cittadini sono istruiti, più alto è il loro livello di consapevolezza" (Afrobarometro, 2021).

L'ECOWAS ha scelto di unire le forze per garantire la sicurezza alimentare e ambientale regionale. Tuttavia, è necessario rendersi conto che per il successo di queste risoluzioni è necessario sottolineare anche il fattore della sensibilizzazione e dell'educazione della popolazione. Questo può consentire alle persone di familiarizzare con il fenomeno attuale e può spingere all'adozione di stili di vita più sostenibili.



FONTI




Post recenti

Mostra tutti
bottom of page