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Il lento percorso della Russia verso la sostenibilità

Aggiornamento: 17 mar 2022


San Pietroburgo, Prospettiva Nevsky: scena comune dell’odierna città-eroina

Nonostante la crescente attenzione verso il tema della sostenibilità, esistono dei paesi che vengono ancora comunemente percepiti come “non sostenibili” da un punto di vista sociale, economico, e soprattutto ambientale. Ne è un chiaro esempio l’assenza della Russia, uno dei maggiori produttori di emissioni CO2, alla COP26. Mosca ha argomentato la propria non partecipazione evidenziando il proprio obiettivo di sviluppare un’economia a emissioni zero entro il 2060, data limite che secondo il presidente Putin sarebbe più conforme ai progetti di crescita della Federazione Russa senza rincorrere limiti imposti da altri.


E proprio della Russia voglio parlare, uno Stato che, a parere di molti, con la sostenibilità sembrerebbe aver ben poco a che fare. Durante un periodo di mobilità estera presso l’Università Statale di San Pietroburgo (SPbU) ho avuto la possibilità di entrare in contratto con la dott.ssa Tatiana Solovei. Ricercatrice attiva in ambito di social reporting and accounting e corporate social responsability, la Dott.sa Solovei offre il corso Global Business and the SDGs, dove introduce gli studenti di Economia al ruolo delle imprese nell’azione comune verso l’implementazione dell’Agenda 2030.


Grazie alla disponibilità della Dott.ssa Solovei, ho avuto modo di partecipare a un dialogo con alcuni studenti russi per condividere le nostre esperienze e mettere a confronto le nostre due nazioni sul tema della sostenibilità. Attingendo dalla sua esperienza di ricerca, la Dott.ssa Solovei ha introdotto l’intera classe al tema della sostenibilità in Russia e ai vari sforzi intrapresi, a livello governativo, economico, sociale per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo.


In Russia ancora oggi manca uno sforzo efficace da parte del governo. Una strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile ancora non esiste, e il primo Report Nazionale volontario sui progressi nell’implementazione dell’Agenda 2030 è stato pubblicato solamente nel 2020. Secondo l’opinione della Dott.ssa Solovei, seppur questo rappresenti un interesse crescente sul tema , il governo vede ancora lo sviluppo sostenibile come troppo dispendioso per il paese. Altre iniziative sono ancora in fase di sviluppo, come la bozza del 2018 sui report non finanziari per le aziende, ancora in discussione.


Per quanto riguarda il settore economico-industriale, i trend della Borsa di Mosca rivelano un crescente interesse da parte di aziende ed investitori riguardo all’adozione di nuove strategie di Governance Sociale ed Ambientale (ESG) che spingano le aziende ad incorporare i valori dello sviluppo sostenibile all’interno della loro attività economica. Tuttavia, secondo i risultati di una ricerca effettuata sull’attività delle venti maggiori imprese russe nel periodo 2017-2018, il 50% di queste fa riferimento ai Global Reporting Initiative standards (GRI), ma non indicano il livello di conformità raggiunto con i criteri stabiliti dal GRI.


Importante è anche il ruolo del settore petrolifero e della produzione di gas all’interno dell’economia russa. Una ricerca portata avanti da un gruppo di studenti della facoltà di economia SPbU (“Assessment of the quality of non-financial reporting 2017-2018 of oil and gas companies in Russia”) ha sottolineato come su diciassette grandi compagnie petrolifere russe, solo undici di esse producano report riguardanti la sostenibilità. È stato evidenziato come questi report seguano solamente la metà dei requisiti proposti dagli standard GRI. Le aziende interessate nella produzione di gas, petrolio e derivati sono tra le più impattanti a livello di sostenibilità ambientale. Per questa ragione, finché le grandi imprese petrolifere non si decideranno a produrre report efficaci, sarà difficile per il governo Russo stimare l’effettivo progresso del paese verso un maggior livello di sostenibilità ambientale.



Nonostante la poca consapevolezza sul tema sostenibilità tra gli agenti economici, la presenza di diverse imprese russe all’interno del Global Compact (GC), l’iniziativa dell’ONU per promuovere i principi di corporate sustainability a livello globale, lascia qualche speranza per il futuro. Tuttavia, anche in questo caso sono presenti criticità importanti. I risultati di un’analisi condotta sulle imprese russe facenti parte del GC evidenzia come molte di queste non rispettino gli standard fissati per la comunicazione dei dati, rendendo impossibile un’effettiva valutazione del progresso raggiunto. È quindi necessario che il governo comprenda le ragioni per cui queste imprese non siano disposte, o in grado, di seguire gli standard dati dal GC.


Infine, è importante valutare anche il ruolo della società civile. L’attenzione verso il tema della sostenibilità viene soprattutto dalle grandi città come Mosca e San Pietroburgo, dove è possibile trovare iniziative a livello locale per la promozione degli obiettivi di sviluppo. Solovei sottolinea come l’attenzione verso il tema della sostenibilità stia crescendo anche al di fuori dall’università, tra i cittadini. Nonostante ciò, il governo non è ancora abbastanza attivo nel far fronte a questo crescente interesse dei cittadini: ne è un esempio la mancanza di un sistema efficiente di raccolta differenziata in grandi città come San Pietroburgo, dove i punti di raccolta dei rifiuti sono ancora pochi e spesso lontani dai quartieri abitati. Per far fronte a questa situazione diverse iniziative civili sono sorte negli ultimi anni, come РазДельный Сбор (Razdel’ny Sbor), movimento ecologista che organizza azioni civili per la raccolta differenziata dei rifiuti, o l’iniziativa recyclemap di GreenPeace, che supporta i cittadini fornendo loro una mappa interattiva dove individuare i punti di raccolta sparsi per la città.


Sebbene ci sia ancora molto lavoro da fare, esistono alcune esperienze positive dalle quali la Russia può partire al fine di perseguire l’obiettivo di sostenibilità. È tuttavia necessario che il governo presti maggiore attenzione al tema: l’attività dei cittadini e delle imprese potrebbe portare i legislatori a compiere uno sforzo in più, spingendoli a capire come la sostenibilità non sia solo un costo ma un’opportunità, e soprattutto un interesse di tutto il paese.







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