Il 16 settembre 2021 il Parlamento italiano ha ufficialmente convertito in legge il decreto-legge n. 103 del 20 luglio 2021 per la tutela di Venezia e dei suoi canali, di riconosciuto interesse culturale. Il 1° agosto è scattato il divieto di navigazione nel Canale della Giudecca e nel Bacino di San Marco per le navi con almeno una delle seguenti caratteristiche: stazza lorda superiore a 25.000 tonnellate, lunghezza superiore a 180 metri, altezza superiore a 35 metri o emissioni inquinanti con un contenuto di zolfo pari o superiore allo 0,1%. Tuttavia, la legge prevedeva un risarcimento con fondi pubblici ai lavoratori del settore, che evidentemente stavano attraversando un periodo particolarmente complesso a poco più di un anno dallo scoppio della pandemia di coronavirus, ma anche alle multinazionali delle crociere, tra cui Costa Crociere e MSC Crociere.
Tuttavia, l'iter che ha portato alla legge del 16 settembre 2021 non è stato privo di ostacoli. Esisteva già un decreto (2012) che limitava il passaggio delle grandi navi passeggeri oltre le 40.000 tonnellate nel Canale della Giudecca, rimasto però in sospeso perché non è mai stata individuata una valida alternativa per l'ormeggio. Mentre nel 2014 è stato il Tribunale amministrativo regionale ad annullare il provvedimento che bloccava nuovamente l'accesso alle navi più pesanti. Fino al 2020, le navi da crociera hanno quindi continuato ad attraversare il Canale della Giudecca, non senza incidenti. Anche il movimento popolare ha giocato un ruolo importante. Il comitato "No Grandi Navi" è infatti cresciuto in importanza e popolarità nel corso degli anni. Da anni organizza eventi e iniziative per sensibilizzare l'opinione pubblica e far sentire la voce di chi vive quotidianamente Venezia e la sua laguna.
La soluzione messa a punto nel 2021, seppur temporanea, è quella di ormeggiare le navi a Marghera, nascondendole agli occhi di San Marco pur rimanendo in laguna, in attesa di una decisione definitiva e della costruzione di punti di ormeggio fuori dalle acque della laguna, per i quali è stata istituita anche una gara internazionale. Tuttavia, i tempi di realizzazione di questi ormeggi e lo sviluppo di una soluzione definitiva potrebbero richiedere molto tempo.
A preoccupare gli abitanti della laguna è soprattutto il fatto che il percorso alternativo pensato per il passaggio delle grandi navi potrebbe essere addirittura peggiore del precedente. Le navi da crociera percorrono il cosiddetto "Canale dei petroli", così ribattezzato per il passaggio delle grandi petroliere che si dirigono direttamente a Marghera per la raffinazione del carico. Come spiega Andrea Marzollo, ex funzionario dell'UNESCO, il passaggio delle grandi navi da crociera attraverso il "Canale dei petroli" contribuirebbe a spostare enormi quantità di fango che verrebbero periodicamente rimosse dal canale e dalla laguna, per garantirne la navigabilità. Lo scavo del Canale dei petroli, secondo alcuni, ha già avuto ripercussioni sui fondali della laguna e sul fenomeno dell'acqua alta. L'intensificazione del traffico di grandi navi potrebbe in qualche modo compromettere l'instabile equilibrio tra acque fluviali e acque di marea, equilibrio di cui Venezia ha assolutamente bisogno per la sua sopravvivenza.
La città costruita sull'acqua è già bombardata da scenari catastrofici per le sue prospettive e rischia di sprofondare completamente sott'acqua entro il 2100. Nel novembre 2019 si è registrata la seconda alta marea più alta mai registrata nella storia della città. Una delle principali minacce a questo scenario è la scia che queste grandi navi si lasciano dietro al loro passaggio, le enormi increspature ondulate delle onde che seguono le navi. Il moto ondoso infatti agisce come fattore fondamentale nell'erosione della costa, dei fondali e delle fondamenta in pietra della città. Si stima già che circa il 60% degli edifici lungo il Canal Grande sia danneggiato da queste onde. Disturbando il fondale marino, sopprimono anche la vita marina, ridistribuiscono gli inquinanti industriali e i rifiuti fognari nella laguna. Una nave di 100.000 tonnellate sposta l'acqua di circa la metà della sua dimensione e si stima che il movimento di questa quantità d'acqua eroda e buchi letteralmente migliaia di anni di fondamenta in pietra. Questi processi sono esacerbati dalla necessità di scavare costantemente il canale libero da sedimenti per il passaggio delle grandi navi, che permette anche a grandi volumi d'acqua di entrare e uscire dalla laguna durante le maree. Si stima che la laguna abbia perso il 70% dei suoi sedimenti e che il suo fondale sia aumentato di circa 1,2 metri. In questo modo non solo aumenta il rischio di inondazioni, ma anche la vita marina risente dell'alterazione del suo habitat.
I movimenti di fango generati dal passaggio delle grandi navi danneggiano la città e l'intero ecosistema, mettendo in pericolo la fauna veneziana. Ma le grandi navi, unite all'intenso traffico navale, peggiorano notevolmente anche la qualità dell'aria a Venezia e nell'intera area lagunare. In netto contrasto con il fatto che la città è inaccessibile alle automobili e che la maggior parte della mobilità in città avviene con i mezzi pubblici - un settore in cui Venezia è leader in Italia - la qualità dell'aria a Venezia è molto peggiore di quanto dovrebbe essere. Infatti, le imbarcazioni turistiche e le navi da crociera utilizzano un contenuto di zolfo quasi 1.500 volte superiore a quello dei veicoli terrestri a causa del carburante a basso costo e, per la maggior parte, non sono obbligate per legge a utilizzare filtri per ridurre le emissioni. Un rapporto del Senato italiano indica che una nave media inquina l'aria nella stessa misura di quasi 14.000 automobili, sia che sia in movimento o attraccata, perché il motore è in funzione 24 ore al giorno. Va inoltre notato che le misurazioni della qualità dell'aria a Venezia vengono effettuate a Sacca Fisola, un'isola scarsamente popolata, e non nel centro storico. Secondo i risultati delle misurazioni effettuate da NABU, un'organizzazione ambientalista, i livelli di inquinamento nel centro storico sono quasi 6 volte superiori a quelli di Sacca Fisola.
In conclusione, Venezia è una realtà unica e allo stesso tempo una delle città più esposte al mondo dal punto di vista ambientale. Oltre a fenomeni globali come il riscaldamento globale e l'innalzamento del livello del mare, la città di Venezia è soggetta anche a fenomeni locali più specifici, come le grandi navi, ma non per questo meno dannosi, come abbiamo visto, per il suo ecosistema. La speranza è che le considerazioni a lungo termine sull'ambiente e sulla qualità della vita dei cittadini veneziani possano prevalere su quelle puramente economiche e sulle pressioni delle grandi compagnie di navigazione, e che si possa finalmente trovare una soluzione definitiva e sostenibile che permetta alla millenaria città lagunare di sopravvivere.
Riferimenti:
Marra, E. "Grandi Navi fuori da Venezia, ma il percorso in Laguna è più dannoso". TVS tvsvizzera, 17 agosto 2021. Disponibile su: Grandi Navi fuori da Venezia, ma il percorso in Laguna è più dannoso - TVS tvsvizzera.it (Accesso: 24 febbraio 2023);
Decreto legge 20 luglio 2021, n. 103 recante: "Misure urgenti per la tutela delle vie d'acqua di interesse culturale e per la salvaguardia di Venezia, nonché disposizioni urgenti per la tutela del lavoro";
Hughes, R. A. "Cambiamento climatico e navi da crociera: Venezia può sopravvivere all'aumento delle maree?" euronews travel, 01 agosto 2022. Disponibile su : Cambiamenti climatici e navi da crociera: Venezia può sopravvivere all'aumento delle maree?
Phelan, J. "Il piano dell'Italia per salvare Venezia dall'affondamento" BBC Future, 28 settembre 2022. Disponibile su : Il piano dell'Italia per salvare Venezia dall'affondamento - BBC Future. (Accesso al 25 febbraio 2023);
Venezia Autentica. "BUONO O CATTIVO? LA VERITÀ SULLE NAVI DA CROCIERA A VENEZIA, ITALIA" Disponibile presso : Buono o cattivo? La verità sulle navi da crociera a Venezia (veneziaautentica.com) (accesso 25 febbraio 2023).
Immagini: GettyImages
Comentarios