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Il fallimento del sistema idrologico in Libano

Il seguente articolo fa parte di un progetto avviato in collaborazione con il prof. Yannick Hamon e con gli studenti di francese sia di triennale che di magistrale. Gli articoli sono stati scritti in lingua francese e tradotti in seguito. Lo scopo è quello di coinvolgere il più possibile anche gli studenti internazionali sulle tematiche di sostenibilità.


Una svolta drammatica che avrebbe potuto essere prevista?


Il Libano è noto per il suo clima unico, è l'unico paese senza deserto e il più nevoso del Medio Oriente. Ogni anno le precipitazioni in Libano si attestano sulla media di 800 mm. Purtroppo, nel corso dei decenni, la cattiva gestione del governo ha gravemente compromesso la capacità della popolazione di individuare l'acqua potabile; nella maggior parte dei casi, i libanesi devono rivolgersi a venditori privati a prezzi elevati.

Le radici della questione idrica in Libano si collocano tra l'inizio della guerra civile nel 1975 e gli anni recenti. Dopo l'esplosione del porto di Beirut il 4 agosto 2020, le precarie infrastrutture non sono riuscite ad ampliare i servizi primari di cui la popolazione aveva bisogno. Si tratta dunque dell'inizio del fallimento?



Digressione storica

Secondo l'obiettivo di sviluppo sostenibile numero sei del Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia, la popolazione dovrebbe essere assicurata all'accesso diretto all'acqua. Attualmente, quasi un quarto dei libanesi non supera i 35 litri di acqua al giorno. In precedenza, prima del 2020 la media nazionale era di 165 litri. Va invece sottolineato che la precarietà del sistema idrologico non è una questione recente. All'indomani dell'indipendenza, il 22 novembre 1943, il Libano era soprannominato la Svizzera del Medio Oriente, grazie alla quantità di banche e di servizi ai cittadini. A partire dagli anni '60, la situazione delle infrastrutture era tra le più sviluppate al mondo. Il percorso ha iniziato a dirigersi verso un graduale degrado dopo l'inizio della guerra civile.

Nel corso degli anni e con il peggioramento della sicurezza interna, è stato escluso il mantenimento di una struttura affidabile. Non solo i continui colpi hanno gravemente danneggiato la capacità di migliorare un vero servizio, ma hanno anche fatto in modo di dare priorità di intervento ad altri settori. L'assenza dei beni primari e la distruzione dello Stato hanno spinto il governo a una ricostruzione parziale delle infrastrutture, concentrandosi sulle strade e sul centro di Beirut. La spiegazione della causa principale sarà data nel prossimo paragrafo.



La corruzione onnipresente


Una tematica che è sempre stata presente nello Stato del Cedro è la problematica della corruzione. Secondo l'Indice di Percezione della Corruzione 2011 di Transparency International, il Libano si pone come 134º paese più corrotto del mondo. Su una scala da 0 (molto corrotto) a 10 (molto trasparente) lo stato raggiunge un punteggio di 2,5. È il quindicesimo paese più corrotto della regione.

Il popolo ha saputo che una percentuale del denaro pubblico era scomparsa, dopo l'inizio delle rivolte popolari, nell'ottobre 2019, quando sono state condotte indagini indipendenti. Secondo il giornale indipendente el-Ain, il settore elettrico si distingue dal resto dei settori per il suo costo enorme e le sue enormi perdite, che hanno raggiunto cifre record, superando 43 miliardi di dollari. Il simbolo della cattiva gestione è chiaramente la diga di Besri, i cui piani preliminari sono iniziati tra aprile 2012 e maggio 2017. Tuttavia, i lavori sono stati interrotti il 5 settembre 2020, la Banca mondiale ha informato il governo libanese della cancellazione parziale dei pagamenti nel quadro del prestito concesso per finanziare il progetto di aumento dell'approvvigionamento idrico. Ciò era dovuto al mancato rispetto degli elementi che costituiscono le condizioni preliminari per l'avvio dei lavori di costruzione della diga. Un presunto importo di 43 miliardi di dollari sarebbe scomparso.



Conclusione

Il Libano sta vivendo una delle fasi più buie della sua storia. Oggi, più del 70% della popolazione rientra nei livelli di vulnerabilità «molto critica» e «critica».

Il disinteresse della classe politica ha condannato il popolo di un paese ricco d'acqua alla disperazione. Il settore privato è ormai diventato vitale, soprattutto perché non è sul tavolo alcuna soluzione radicale o duratura. I blackout rappresentano, purtroppo, la normalità e minacciano questo paese di oscurità in ogni momento.

Alla fine il governo adotterà misure efficaci?


Approfondimenti:

Journal indépendant , El-Ain, Le Caire, 2021/4/1, https://al-ain.com/article/electricity-lebanon-crisis-with-no-solutions

Mouvement, Transparency International, 2020 https://www.transparency.org/en/cpi/2020

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